Il disegno preparatorio

Andrea Mantegna – Il martirio di San Cristoforo, Cappella degli Eremitani, Padova. Particolare a luce radente che evidenzia i contorni delle ‘giornate’.

Sopra  l’ arriccio il pittore del Trecento eseguiva il disegno preparatorio, trac-ciando prima gli orizzonti, poi le verticali a piombo con una corda imbevuta di acqua e terra rossa. Quindi passava a disegnare la scena che voleva rappresentare. Il disegno preparatorio, destinato a scomparire sotto lo strato dell’intonaco definitivo, viene detto sinopia perché fatto con la terra rossa di Sinope, una città sul mar Nero.

La  sinopia era indispensabile per affreschi di grandi dimensioni perché il pittore poteva avere dall’abbozzo generale della

Particolare della tecnica dello ‘spolvero’ e ‘incisione indiretta’

composizione la visione dell’insieme, poi stimava quanta superficie intonacata e dipinta poteva portare a termine in un giorno e, sulla porzione calcolata, chiamata giornata , stendeva l’intonaco definitivo.

Altro   sistema per trasportare il disegno sull’intonaco è quello dello spolvero che consiste nel praticare tanti piccoli fori sulla carta che riproduce il disegno seguendo i contorni dei segni. Si tampona poi sopra i fori con un sacchetto di stoffa contenente terra rossa o carbone in polvere. La

Andrea Mantegna, Martirio di San Cristoforo, Cappella degli Eremitani, Padova. Particolare a luce radente che sottolinea l’utilizzo dell’ ‘incisione indiretta’.

polvere, attraverso i fori, lascia traccia sull’intonaco e riproduce il disegno originario.
Importante metodo di trasporto molto utilizzati dai pittori  è il cartone. Il disegno veniva realizzato a grandezza naturale su cartoni, veniva poi ricalcato con sistemi diversi sull’intonaco finale:  l’incisione indiretta del disegno riportato sul modello  tramite uno strumento appuntito o l’incisione diretta che segnava i contorni del prototipo subito sulla malta fresca  Questo procedimento era più affidabile soprattutto per disegni ripetitivi o per architetture, prospettive.