I pigmenti

La stesura dei colori sull’intonaco fresco avveniva  con più passaggi leggeri di pennello, velature,  con colori stemperati in acqua.

Per dipingere un volto veniva stesa sull’intonaco della terra verde, ecco perché negli affreschi molto deteriorati i volti fanno trasparire il tipico verdaccio. Sopra il verde, con pigmento rosso e con bianco San Giovanni  si otteneva il colore rosa detto “incarnato”.

Si preparavano due, tre tonalità più chiare. Si passava il primo colore, stendendolo sul verde e poi le tinte via via più chiare fino a creare punti di luce con il colore bianco. Con il colore scuro si tracciavano i contorni degli occhi, le narici del naso e l’interno dell’orecchio.

Nei tempi più antichi i pigmenti erano pochi e semplici: ocre naturali e ocre bruciate.

Nelle pitture murali ai tempi dei romani, poiché erano stati scoperti nuovi minerali, e con lo sviluppo delle tecniche di preparazione la gamma di colori si ampliò.

In seguito alle conseguenze della caduta dell’impero romano, si ebbe un impoverimento nella gamma dei colori e vennero a mancare le conoscenze delle procedure tecniche di preparazione dei colori.

Quando nel medioevo si perfezionò la tecnica dell’affresco, si moltiplicarono i testi che descrivevano la preparazione dei colori.

Pigmenti al Conservatoire des Ocres, Roussillon, Francia

Ecco i colori che nel medioevo erano i più utilizzati per l’affresco:

  1. Creta bianca che contiene conchigliette e frammenti madreperlacei di gusci.
  2. Bianco di S. Giovanni è un colore ottimo per affreschi. Era ottenuto dall’ essicazione della calce al sole.
  3. Blu di lapislazzuli (oltremare naturale) si otteneva triturando il questo minerale molto prezioso. Il suo uso si diffuse nel mondo bizantino dove era utilizzato per dipingere  le  miniature dei codici. Era un colore per  i manti della Madonna e dei Santi.
  4. Verdeazzurro di malachite: veniva ottenuto dalla malachite, un minerale che contiene rame.
  5. Terra verde : è una terra che contiene ferro.
  6. Ocre rosse, brune, gialle e pigmenti neri. Le ocre sono terre naturali;  la  loro colorazione dipende dalla quantità di ferro che contengono. Le ocre sono state da sempre considerate pigmenti ideali per l’affresco, perché non reagiscono al contatto con la calce e resistono molto bene al tempo. I neri venivano ottenuti da elementi vegetali carbonizzati oppure raccogliendo il nerofumo raschiato dai  recipienti di rame dove venivano bruciati olii di varia natura.

Negli ultimi secoli la gamma di colori si è ampliata notevolmente  perché moltissimi colori sono stati ottenuti artificialmente.

Anticamente i pigmenti venivano preparati nella bottega del pittore, questo compito era affidato al giovane allievo nei primi anni di apprendistato. I colori dovevano essere macinati e tritati il più finemente possibile e, per questa operazione, si utilizzava un mortaio di pietra dura; la polvere ottenuta veniva conservata in acqua dentro vasetti di vetro.

Si nota un grande cambiamento nei colori dell’affresco fra pittura fresca ed asciutta perché quando l’intonaco si asciuga, i colori perdono di tono almeno del 40%.

L’affresco, per asciugare bene,  ha bisogno  di un periodo di tempo che va dai sei mesi ad un anno ed anche oltre. Poiché  i colori tendono a perdere la loro forza, mentre l’affresco si asciuga, il pittore doveva conoscerli bene valutare non il risultato immediato ma quello a lungo termine.